Sebbene sempre concepita quale reazione al Romanticismo, l’opera di Prokofiev si articola in almeno due grandi fasi con caratteristiche tra loro piuttosto diverse: nel periodo giovanile assistiamo al trionfo delle sonorità percussive e martellanti del pianoforte e all'esasperazione di una ritmica ossessiva, mentre successivamente maggior risalto e dato al recupero e alla cura delta forma classica che, come afferma lo stesso autore, "
'. E proprio questi elementi emergono nella Sonata per flauto e pianoforte, scritta ad Alma Ata durante ii secondo conflitto mondiale, nel periodo in cui, causa l’avanzata delle truppe tedesche, molti intellettuali sovietici erano stati trasferiti oltre gli Urali, nella quale aleggiano anche elementi popolari tipici della zona caucasica. Vediamone alcune caratteristiche:
Primo movimento (in forma-sonata con l'esposizione ritornellata) Moderato Esposizione (batt. 1-41)
Primo tema: è affidato al flauto, mentre il pianoforte accompagna mediante una figurazione che se a prima vista richiama quella di un semplice basso albertino, in realtà assume un intensità ben maggiore sia per it fraseggio segnato con cura (che lascia presupporre una certa liberta anche agogica nell’assecondare una linea melodica estremamente espressiva) sia per le rapide mutazioni armoniche che si incontrano net corso delle otto battute espositive; segue un tema di collegamento (batt. 10-21) in cui un ricco arabesco, prima eseguito dal flauto e poi concertante, e un pressante incedere ritmico dato dall’inciso croma puntata + semicroma introducono il secondo tema (in la maggiore) proposto in successione sia dal flauto sia dal pianoforte, poi in forma di canone ed infine insieme (per seste e per ottave). Seguono quattro battute di coda. All’ascolto di tale esposizione cosi dolce e serena nulla fa supporre che siamo in piena seconda guerra mondiale!
Sviluppo (batt. 42-88)
Si apre con on intervento del solo flauto a mo di fanfara sul registro grave dal quale, grazie anche agli incalzanti salti del pianoforte, riscaturiscono con luminosità (mentre il ritmo ternario delta fanfara continua ad echeggiare nella parte pianistica) sia il primo (batt. 52 e poi batt. 62) sia il secondo tema (batt. 57): dalla modulazione a si b maggiore fino al termine è con carosello di intrecci tra parti tematiche, elementi del ponte e delta coda attraverso un comparire via via più serrato delle terzine di semicrome che portano pianoforte e flauto ad una vera e propria competizione virtuosistica sul registro acuto (il flauto ripete ossessivamente per ben cinque volte on arpeggio culminante sul re4), mentre Il quattro battute conclusive del pianoforte solo preparano il clima disteso e quasi sognante delta
RIPRE5A (batt. 89-130)
nella quale, in base alle regole classiche, il secondo tema è riproposto nella tonalità d’impianto (mentre nell'esposizione era state rigorosamente presentato alla dominante). L’elemento di coda del pianoforte viene sviluppato dal flauto (batt. 119) che to arricchisce in maniera virtuosistica (ottave spezzate, trilli e arpeggi) trovando infine ancora l’energia (sull’armonia di sesto grado abbassato creata dal pianoforte mediante una scansione percussiva, secca, ma sottovoce di crome raggruppate a due e poi a tre) per citare Ia testa del prima tema (batt. 126) in si b in terza ottava (va notata la dinamica sempre decrescente richiesta all’esecutore: nf nell'esposizione, p nella ripresa e ora pp non chè ad una sesta superiore, tale da suggerire una sensazione di dissolvenza finale del tema), mentre le ultime due battute hanno il compito di definite, chiudendo il movimento, la tonalità d’impianto di re maggiore.
Secondo movimento
Scherzo (Allegretto scherzando)
Unica anomalia rispetto alla forma delta sonata classica è l'inversione dei
due movimenti centrali, con lo scherzo che precede il tempo lento.
Lo Scherzo si presenta nella canonica forma tripartita A (batt. 1-16!) - B (Trio, batt. 162-227) - A (batt. 228-370).
Giocato con una forza ritmica ossessiva (sopra una base ternaria sulla quale si sovrappongono cellule di derivazione binaria - che paiono ricordare le antiche emiolie barocche - quale ad esempio la stessa entrata del flauto) siamo subito introdotti all'interno di un mondo magico, quasi una ridda di folletti in cui si celebra una festosa e vivace danza rituale la quale, sempre più veloce nelle scalette a quartine di semicrome distribuite tra i due strumenti, alla fine esplode (batt. 82) verso un corposo e ampio tema melodico che ci chiama ora ad una festa di sapore paesano, per poi ricondurci a quel primo mondo quasi irreale; ma, giunti (batt. 153-161) ad una nota ribattuta per ventisette volte dal pianoforte (quasi rintocchi costanti di campana), ecco apparire in apertura del Trio una piccola orchestrina popolare sintetizzata nelle due mani del pianista (imitazione di due violinisti di strada che suonano utilizzando in larga parte Ic quinte ottenute dalle corde vuote del loro strumento) impegnata ad accompagnare una nuova melodia: a batt. 190 e sgg. compaiono per alcuni istanti gli echi dei rintocchi di campane ora affidati al flauto: ancora un ricordo del clima di festa, o doloroso memento, almeno per on istante, dei morti della guerra che si sta combattendo net mondo? Ma a batt.. 208 il ritorno al 3/4 con l'incalzante ritmo di danza impresso dal pianoforte ricrea to spazio per la ripresa dello Scherzo; da notare nelle battute finali (349 c sgg.) l'ostinazione sulla figurazione binaria troncata dalla improvvisa e decisiva chiusura f con brio, affidata in una sorta di tutti ad entrambi gli strumenti, che chiude bruscamente e con violenza il brano in la minore.
Terzo movimento
Andante
E in forma di Lied quindi tripartite: A (batt. 1-34) - B (34-65) A (65-94).
La prima parte è caratterizzata da on delicato tema in fa maggiore che imprime un'aura di statica serenità dopo il movimentato Scherzo, esposto prima dal flauto e successivamente dal pianoforte, La parte centrale si costruisce intorno a raffinati arabeschi a terzine di semicrome che da un tenue timbro in pp si aprono fino all'esplosione sulla dominante della tonalità d’impianto (a batt. 53) per poi nuovamente ridursi ad un filigranato tessuto sonoro in cut se da un lato riconosciamo !'ingenua semplicità delta galanteria settecentesca nell'arpeggio alla "Alberti' (baa. 61), d’altra parte, nel percorso modulante, ritroviamo sonorità impressionistiche alla Debussy. Non va a tale proposito dimenticato che Prokofiev negli anni Venti e Trenta resiedette a lungo a Parigi e Si pub anche ipotizzare che proprio nella capitale francese egli abbia concepito il progetto delta sua composizione flautistica.
A ball. 65 abbiamo la ripresa in solb maggiore col tema affidato al pianoforte, mentre il flauto prosegue nella raffinata tessitura delle terzine di semicrome, per poi riprendere gli elementi tematici e concludere nella tonalità d'impianto di fa maggiore.
Quarto movimento Allegro con brio
Completa la struttura classica delta composizione in quanto si presenta in forma di Rondò - Sonata (nello schema [A+BJ - [A'+B'] - C - [A"+B"] - coda) mentre a livello espressivo si caratterizza quale movimento in cui maggiormente emerge un’energia vitale, aggressiva, quasi primordiale (tipica del primo Prokofiev), in un turbinio di danze popolari dai diversi caratteri.
Esposizione:
A - primo tema (Allegro con brio) batt. 1 e segg.
II tema, affidato al flauto net registro grave, presenta un carattere idiomaticamente violinistico, da festosa danza campestre.
B - secondo tema (Poco meno mosso) batt. 30 e segg.
II tema sembra essere costruito sopra un tipico esercizio di tecnica pianistica di articolazione delle dita formulato su salti di terza e reso qui particolarmente energico dalla tessitura grave e dal raddoppio d’ottava: un sostrato materialmente densissimo dal quale si genera it fraseggio flautistico costituito inizialmente da virtuosistici arpeggi su note cardini in on disegno sincopato e poi da una raffinata melodia lirica.
A'- primo tema (Tempo I) batt. 54 e segg.
B'- secondo tema (Poco meno mosso) batt. 67 e segg.
SVILUPPO:
C - da halt. 72 a batt. 120.
Dal secondo tema scaturisce un episodio che evoca le sonorità percussive e martellanti del pianismo del giovane Prokofiev, ben presto smorzato a favore di un altro lontano richiamo di campane sul quale si innesta on desolato ma dolce canto del flauto che, prendendo sempre maggior vigore, conduce alla riesposizione del materiale tematico.
RIPRESA:
A" -primo tema (Tempo I) butt. 121 e segg.
B" - secondo tema (Poco meno mosso) butt. 144 e segg.
Coda (Allegro con brio) batt. 160 e segg.: festosa apoteosi basata sul materiale del primo tema (per la prima e unica volta esposto anche dal pianoforte).
Eseguita per la prima volta nello stesso 1943 dal flautista Charkowsky e da Sviatoslav Richter at pianoforte, nonostante il successo ottenuto, passarono diversi anni prima che la Sonata venisse definitivamente presa in considerazione dai flautisti ed inserita nei loro repertori da concerto; nel frattempo l’interesse di David Oistrakh per ii lavoro portò ad una rivisitazione per violino della parte del flauto e anche come tale la Sonata (catalogata in questa seconda versione quale opera 94a) riscuote oggi la sua degna popolarità.
By Guiseppe Fagnocchi