GARIBOLDI GIUSEPPE (Macerata, 17 marzo 1833 - ?)Onorò, con il suo indiscusso valore l’arte flautistica italiana. Studiò con Giuseppe D’Aloe, e giovanissimo emigrò a Parigi, ove acquistò presto grande fama di concertista signorile, ed occupò per diversi anni la cattedra di flauto in quel Conservatorio. Scrisse molto per il suo strumento, a solo e con pianoforte. I suoi studi per flauto sono rimasti nella letteratura flautistica, modelli insuperati di chiarezza cristallina, continuità discorsiva logica e lineare, e sviluppo gustosamente flautistico. (Ed. Ricordi, Milano; Leduc, Costallat, Enoch, Menestrel, Parigi; Litolff, Braunschweig; Augener, Londra; Schott, Magonza). Diede alle scene tre fortunate operette (1868-1872) ed è autore dotto e geniale di Romanze e melodie vocali. Fu anche valente direttore d’orchestra.
ROBERTI ALBERTO (Barge [Saluzzo], 1833 Livorno, marzo 1908) È ricordato dalla storia quale valentissimo flautista. Scrisse varie e buone composizioni per il suo strumento e trascrisse per il flauto il “souvenir d’Amérique” di Enrico Vieuxtemps.
LOCATELLI CARLO (Morto a Bergamo nell’ottobre 1897) Risulta che egli sia stato valentissimo flautista ben noto nei teatri italiani e dell’estero. Pertanto ci duole di non aver potuto rintracciare alcuna notizia sulla sua vita artistica.
HUGUES LUIGI (Casale Monferrato, 27 ottobre 1836 5 marzo 1913) Con la sua opera di scienziato e di artista onorò la sua città e la nostra Patria. Ancora giovanissimo, studente universitario, unì agli studi scientifici e letterari quelli musicali, intrapresi con eccezionale amore e per speciale attitudine. Conseguita la laurea di ingegnere, continuò a coltivare la divina arte dei suoni e divenne eccellente flautista e compositore squisito e geniale. Accompagnato dal fratello Felice, valoroso pianista, si produsse quale concertista virtuosamente signorile, nelle principali città d’Italia e dell’estero. Ma egli non era nato per la vita nomade ed irrequieta: amava invece la calma la tranquillità dello studio, e perciò abbandonò presto la vita di concertista per raccogliersi ed approfondirsi nello studio dei Grandi della Musica. Scrisse moltissimi lavori musicali di ogni genere, dei quali parecchi furono premiati con alte onorificenze all’esposizione di Milano nel 1881, ma al flauto egli dedicò gran parte del suo talento artistico. Pubblicò sonate, scherzi, capricci, concerti e molti altri pezzi originali, fantasie su opere teatrali, tutto per il flauto e piano, di ottima fattura e di gusto appropriatamente flautistico. (Ed. Ricordi, Milano). La sua preziosa Scuola del flauto adottata in tutte le scuole d’Italia ed in molte altre all’estero, unitamente ai 40 esercizi, ai 40 nuovi studi, ai 24 studi di perfezionamento, ai 30 studi ed ai 6 grandi studi brillanti, forma un complesso istruttivo di grande utilità pratica. Compose, anche con felice ispirazione e dotta perizia mottetti, Tantum-Ergo, Magnificat, inni sacri, per una e più voci, sole e con accompagnamento di organo e di orchestra, ed alcune Messe, tra cui quella bellissima in Re minore eseguita ed ascoltata con profonda commozione per le sue esequie, quella a tre voci dedicata a S. Luigi, quella in Si Bemolle e quella solenne in Sol. Fu amico, amato e stimato del barone maestro Franchetti che da giovane frequentò la sua casa, dei maestri Bolzoni, Zuelli, Gallotti, Tebaldini, Fontana ed altri che lo vollero membro autorevole di molte commissioni artistiche. È da ricordare che egli nella sua fervente attività artistica non trascurò la sua carriera per la quale aveva tanto studiato ed ottenuto una laurea. Infatti nel 1875 guadagnò la libera docenza in Geografia all’Università di Torino con una memoria sul lago di Aral; dal 1882 al 1885 pubblicò, editi dal Loescher di Torino, alcuni pregevoli trattati per i quali egli fu considerato il principale restauratore dell’insegnamento della geografia in Italia; prese parte, per la sua qualità di insigne storico della geografia e particolarmente del periodo delle grandi scoperte, alla compilazione della grande opera sulla Columbia; scrisse importanti lavori su Amerigo Vespucci. È stato per molti anni il Preside fondatore dell’Istituto tecnico Leardi della sua città. Il R. Istituto musicale Cherubini di Firenze lo iscrisse Accademico onorario. S. M. il Re lo insignì dell’alta onorificenza di Commendatore. Solo la incosciente mania correttiva moderna osa profanare la sua memoria mettendo le sacrileghe mani sulle sue immortali opere.
LOVREGLIO DONATO (Bari, 6 dicembre 1841 Napoli, maggio 1907) Buon flautista e compositore. Scrisse metodi per diversi strumenti a fiato, pezzi originali e fantasie sopra opere teatrali, per flauto, per oboe e per clarinetto con accompagnamento di piano; duetti, terzetti, quartetti e settimini, sinfonie per orchestra e per banda. (Ed. Ricordi, Milano).
LA DUCA GIUSEPPE (Vallelunga [Sicilia], 2 agosto 1847) Allievo del R. Conservatorio di Palermo, studiò il flauto col valentissimo Raimondi, armonia con Alfano, e contrappunto col Platania. Innamorato della meravigliosa bellezza di voce che il Raimondi, forse istintivamente, sapeva trarre dallo strumento, penetrò e scoprì con acuto spirito intuitivo, il segreto del fenomeno, lo assimilò interamente e ne fece oggetto prezioso della sua arte veramente superiore. A venti anni, appena assolti gli studi, conscio del suo valore di flautista purissimo, di cui aveva dato prova nei parecchi concerti organizzati dal direttore e dal deputato del Conservatorio, si mise in viaggio per iniziare una fortunata serie di concerti in Italia ed all’estero. Richiamato in patria dal Platania, successe al suo Maestro nell’insegnamento del flauto in Conservatorio, e tenne la cattedra per ben trentasette anni, dal 1882 al 1919, dando all’Arte eccellenti flautisti. Occupò per diverso tempo il posto di flauto solista nell’Orchestra del Teatro Bellini, ed ebbe l’onore di essere il maestro del Conte Ranchibile, del Principe di Belmonte, del Principe Formosa e di altri nobili palermitani. Scrisse, per suo solo uso, diversi pezzi per flauto e piano, elaborati in rispondenza alla sua eccezionale perizia di esecutore meraviglioso. Compilò anche una serie di quaderni di esercizi e studi esclusivamente per i suoi allievi delle varie classi.
PIERONI LEOPOLDO (Firenze, 9 novembre 1847 - maggio 1919) Studiò il flauto col proprio padre, buon dilettante, e con Roberto Berni. Diede importanti concerti di flauto e si produsse anche quale solista valoroso nei complessi orchestrali della sua città. Nel 1870 occupò il posto di insegnante all’Istituto dei Ciechi nella stessa Firenze. Pubblicò un metodo in cinque parti che ebbe molte edizioni, una sinfonia descrittiva, diverse cantate, musica chiesastica, vocale da camera, marce, ballabili ed un inno a Giuseppe Verdi. (Ed. Ricordi, Carisch, Milano; Lapini, Firenze).
KöHLER ERNESTO (Modena, 4 dicembre 1849 Pietroburgo, 17 maggio 1907) Allievo del proprio padre divenne, in poco tempo, buon flautista. A diciotto anni fu nominato primo flauto dell’Orchestra della Cappella Ducale di Modena. Nel 1869, a venti anni, passò nell’Orchestra del teatro Carl di Vienna, e nel 1871 in quella del teatro Imperiale di Pietroburgo. In quest’ultima città, morto il nostro Ciardi, egli lo surrogò come solista di Corte. Scrisse molto per flauto; fra l’altro diversi concerti, ballabili, capricci, esercizi, studi e studi di virtuosità, ecc. (Ed. Zimmermann, Cranz, Lipsia; Costallat, Enoch, Parigi; Litolff, Braunschweig). È anche autore di metodi per diversi strumenti a fiato, del ballo teatrale “Clorinda” e dell’opera lirica “Ben Achmed”. Suo padre, Giuseppe Venceslao, nato in un piccolo villaggio della Boemia nel 1809, e morto a Rothenthurm (Carinzia) il 28 giugno 1878, fu anch’egli flautista di merito dalla tecnica boccale e digitale meravigliosa. Dimorò, per ben quaranta anni a Modena, ove era stato chiamato dalla Corte Ducale quale primo flauto della Cappella. Scrisse variazioni di bravura sul “Carnevale di Venezia”, fantasie sopra motivi di opere teatrali, di molta difficoltà e buona fattura. (Ed. Ricordi, Milano). Aveva studiato al Conservatorio di Praga, ed a Modena fu insegnante dalla salda coscienza.
ZAMPERONI ANTONIO (Varese, 1844 ottobre 1909) Studiò al Conservatorio di Milano sotto la sapiente guida del Rabboni, e divenne flautista di valore. Per oltre trenta anni è stato l’ammirato solista nell’orchestra della Scala. Fu professore di flauto coscienzioso e capace allo stesso R. Conservatorio di Milano, fu consigliere del Pio Istituto Filarmonico, e cassiere-segretario della Società di mutuo soccorso fra gli artisti di teatro.
GALLI RAFFAELLO (Firenze, 21 febbraio 1824 - 2 gennaio 1889) Flautista di grande merito e continuatore della classica grande scuola italiana, ebbe l’onore di essere il flautista del collegio dei professori di musica di S. Gaetano, socio della Filarmonica Fiorentina, membro onorario della R. Accademia e perito tecnico di flauto nel R. Istituto Musicale. Pubblicò moltissime composizioni per flauto, quali concerti, divertimenti, fantasie, trascrizioni varie di motivi di opere teatrali, duetti ed altro. Il suo metodo L’Indispensabile che ha avuto molte ristampe, contiene quei famosi e veramente istruttivi “Trenta Esercizi” non troppo rispettati dalla moderna mania correttrice. (Ed. Ricordi, Carisch, Milano).
LAUCELLA NICOLA (Montella, 1882-?) Onora l’arte flautistica italiana in America dove emigrò giovanissimo. Dal 1904 al 1907 è stato il flauto solista dell’orchestra Pittsburgh, ed ora, fin dal 1910, della New York Philharmonic. Esplica la sua attività artistica anche come pregiato compositore. Ha scritto un trio per fiati, varia musica sinfonica, un quartetto d’archi ed un’opera teatrale.
SCONZO FORTUNATO (1903-?) «Flautista e musicografo, nato a Palermo il 21 novembre 1903. studiò nel Conservatorio patrio il flauto, la composizione e la strumentazione per banda; dopo assolta la scuola volle completarsi ancora nel flauto con il valente Giuseppe La Duca, e nella composizione col Rubino e Ugo Bottacchiari. Si produsse quindi quale concertista, e si dedicò a scrivere musica ed opere didattiche per il flauto, col fermo proposito di risollevare la scuola e l’arte flautistica del nostro paese. È autore delle seguenti ottime composizioni per flauto: Studio di applicazione, con accomp. di pf.; Andante pastorale e Allegro scherzoso, con pf.; la sonata Ruzza tra pifferi e zampogne, con pf.; Ègloca pescatoria, tutte con pf.; Notturno per flauto ed arpa, ecc. È autore di un Avviamento al completo studio del flauto in 8 libri, lavoro originale ed interessante, basato su criteri scientifici del tutto nuovi. Pubblicò L’Auletica, saggio critico sulla moderna scuola flautistica, preceduto da un sintetico sguardo sulla vita del flauto, con notizie biografiche sui principali virtuosi flautisti». (Palermo, Pezzino e Figlio,1925).
MOSELL EGISTO (Firenze, verso il 1820) La storia lo registra quale virtuoso di flauto e di oboe. Le sue buone composizioni per flauto e per oboe erano molto apprezzate. La sua sinfonia drammatica “Ultima battaglia” eseguita nel 1841 a Firenze ebbe lieta accoglienza.
GIALDINI LUIGI (Pescia, 1762 Livorno, 1817) Studiò a Firenze con Giovanni Michele Sozzi e divenne virtuoso di flauto, oboe, fagotto e corno inglese (ad imitazione dei grandi auleti greci che sonavano con perizia il flauto diritto ed i flauti ad ancia). Spiegò la sua attività artistica a Livorno come oboista di orchestra e come compositore per il flauto. Lasciò un concerto per flauto e orchestra, duetti e terzetti per flauti, e varia musica per il flauto e violino.
LORENZONI ANTONIO (Montecchio Maggiore; viveva verso il 1779 a Vicenza) Fu flautista di grande merito. Pubblicò “Saggio per ben sonare il flauto traverso con alcune notizie generali ed utili per qualunque strumento, ed altre concernenti la storia della musica” (Vicenza, per Francesco Modena, 1779, in 4° piccolo, di 90 pagine con tavole ed esempi); interessante metodo di flauto, di cui esistono esemplari presso la biblioteca del Liceo Musicale di Bologna, alla Statale di Berlino, al Museo storico musicale Schmidl di Trieste.
MONZANI TEBALDO (Nel Ducato di Modena, 1762 - Londra, 14 luglio 1839) Giovinetto ancora emigrò a Londra ove riconosciuto per eccellente flautista, fece parte dell’orchestra del teatro dell’Opera Italiana, di quella della Società di musica antica e di quella dei Concerti del Salomon. Pubblicò un metodo per flauto, preludi, arie, variazioni, divertimenti, tutti per flauto solo, duetti per due flauti e terzetti per flauti e basso (a cura dell’Autore). Nel 1800 aprì uno stabilimento musicale ed una fabbrica di flauti che ebbe fortuna e fu continuata dai suoi figli.
BARSANTI FRANCESCO (Lucca, verso il 1690 Londra, verso il 1760) Giovanissimo, emigrò a Londra con il violinista Geminiani, ed ivi occupò subito il posto di flautista al Teatro Italiano. Si trasferì in seguito nella Scozia per dedicarsi all’insegnamento del flauto, dell’oboe e della viola, e nel 1750 fece ritorno a Londra per incorporarsi, quale violinista, nell’Orchestra del Teatro sopra detto ed in quella della Wauxhall. A Londra pubblicò 12 “Soli” dello stesso Geminiani, una raccolta di “Canzoni Popolari Scozzesi”, alle quali adattò il basso, 12 “Concerti” per violino, 6 “Antifone alla Palestrina” e 9 “Ouvertures” a quattro. (Ed. Walsh, Londra). Malgrado la sua capacità artistica ed un’attività ammirevole, finì gli ultimi anni della sua vita nella più triste miseria.
GALLI RAFFAELLO (Firenze, 21 febbraio 1824 - 2 gennaio 1889). Flautista di grande merito e continuatore della classica grande scuola italiana, ebbe l’onore di essere il flautista del collegio dei professori di musica di S. Gaetano, socio della Filarmonica Fiorentina,membro onorario della R. Accademia e perito tecnico di flauto nel R. Istituto Musicale. Pubblicò moltissime composizioni per flauto, quali concerti, divertimenti, fantasie, trascrizioni varie di motivi di opere teatrali, duetti ed altro. Il suo metodo L’Indispensabile che ha avuto molte ristampe, contiene quei famosi e veramente istruttivi “Trenta Esercizi” non troppo rispettati dalla moderna mania correttrice (Ed. Ricordi, Carisch, Milano).
GALLI RAFFAELLO - Flutist of great worth and he continued the Italian great classical school, he became the flutist of the S. Gaetano’s college of the teachers of nusic, member of the Filarmonica Fiorentina, honorary member of the R. Accademia and skilled technical of flute at the Musical R. Istituto. He published a lot of compositions for flute, what concerts, funs, imaginations, various transcripts of motives for theatrical works, duets and other. His method "The necessary", that has had a lot of reprints, contains that famous and really instructive "Thirty Exercises" didn't respect too by the modern one mania proof-reader (Ed. Memoirs, Carisch, Milano).
RABBONI GIUSEPPE (Cremona, 16 luglio 1800 Varenna, 10 giugno 1856) Primo, in ordine di tempo, della gloriosa immortale schiera dei sei grandi flautisti italiani. Nel 1808 si iscrisse alla classe di flauto del Conservatorio di Milano, ove ebbe come maestro Giuseppe Buccinelli. Nel 1817, compiuti i suoi studi, si mise in viaggio per le principali città d’Europa, in compagnia del grande clarinettista Ernesto Cavallini, per prodursi quale concertista signorile di indiscusso valore. Nel 1827 successe al suo maestro nella cattedra di flauto al Conservatorio di Milano, rivelandosi insegnante di primissimo ordine dalla dirittura rettilinea, senza equivoci e senza apparenze. Fu primo flauto dell’orchestra della Scala, ove, con Carulli, clarinetto, con Ivon, oboe e con Cantù, fagotto, completava il celebre quartetto che ebbe tantissima parte nelle eccellenti rappresentazioni delle opere di Rossini, Bellini e Donizetti. Pubblicò pregevoli composizioni per il suo strumento, pezzi originali, cioè fantasie sopra motivi di opere teatrali, duetti per due flauti, studi brillanti, esercizi e sonate formanti seguito e compimento al metodo di Berbiguier, capricci per tre e quattro flauti, due concerti con orchestra ed una edizione del metodo dello stesso Berbiguier. (Ed. Ricordi, Milano).
RAIMONDI EMANUELE (Cefalù [Sicilia], verso il 1809 - Palermo, verso il 1869) Allievo al Conservatorio di musica di Palermo, del valentissimo Barbagiovanni (l’iniziatore di quella meravigliosa scuola che attraverso la magnifica catena degli abilissimi Gramaglia, Raimondi, La Duca ed i pochi fortunati successori, si tramanda dignitosa e nobilissima), divenne eccellente flautista. A ventisei anni, già pago dei trionfi ottenuti con i suoi concerti meravigliosi in molti giri artistici, accettò la cattedra di flauto allo stesso Conservatorio in cui aveva studiato, ed assunse il posto di flauto solista nell’orchestra del Reale Teatro Carolino. Insegnante di non comune valore, cosciente e scrupoloso, diede all’arte ottimi flautisti tra i quali emersero il La Duca, il Casanova, il Martino ed il Graffeo. Pubblicò ottimi studi e pezzi per il suo strumento, ed una serie di 32 esercizi veramente pregevoli e di molta utilità per la pratica flautistica. (Ed. Berletti, Udine). La biblioteca del Conservatorio di Palermo conserva in manoscritto un prezioso volume di esercizi per flauto, che egli scrisse per i suoi cari allievi.
KRAKAMP EMANUELE (Messina, 13 febbraio 1813 - Napoli, novembre 1883). Studiò con suo padre capo musica militare, ed acquistò in breve tempo molta perizia nel sonare il flauto. Viaggiò in Europa e in America come concertista dall’agile tecnica e si soffermò per qualche tempo a Tunisi, al Cairo ed in Alessandria d’Egitto. Dal 1841 al 1848 occupò a Napoli il posto di primo flauto della musica del Conte di Siracusa e quello di sotto ispettore delle classi esterne del Conservatorio S. Pietro a Majella. Nel 1860, dopo il lungo peregrinare all’estero, riprese dimora a Napoli e venne nominato professore di strumenti in legno al Conservatorio, carica che nel 1874 gli venne tramutata in quella di professore di solfeggio parlato e cantato. Nel 1867 aveva ottenuto anche il posto di professore di flauto all’Albergo dei poveri. Pubblicò quasi trecento lavori per il suo strumento, studi cioè, esercizi, duetti, fantasie originali e sopra motivi di opere teatrali. Lasciò anche metodi per flauto, per clarinetto, per fagotto e per oboe (Ed. Ricordi, Carisch, Milano; Costallat, Parigi). KRAKAMP EMANUELE - He studied with his father, the head military music, and he obtained, in a short time, a few experience to play the flute. He traveled in Europe and in America as concert artist, from the agile technique and hedetained to Tunisi, to the Cairo and in the Alexandria of Egypt for few time.From 1841 to 1848 he occupied in Naples the place of the first flute of the music at the Count of Syracuse and the place of under inspector of the external classes at the Conservatory S. Pietro to Majella. In 1860, after wandering to the foreign countries, he came back at Naples and he came named teacher of instruments in wood at the Conservatory, position that in 1874 was transformed him in that of teacher of solfeggio sung and spoken. In 1867 he had also gotten the place of teacher of flute at the hotel of the poor. He almost published three hundred jobs for his instrument, exercises, duets, original imaginations and above motives for theatrical works. He left also methods for flute, for clarinet, for bundle and for oboe (Ed Memoirs, Carisch, Milan; Costallat, Paris).
LORENZONI ANTONIO (Montecchio Maggiore; viveva verso il 1779 a Vicenza). Fu flautista di grande merito. Pubblicò “Saggio per ben sonare il flauto traverso” con alcune notizie generali ed utili per qualunque strumento, ed altre concernenti la storia della musica (Vicenza, per Francesco Modena, 1779, in 4° piccolo, di 90 pagine con tavole ed esempi); interessante metodo di flauto, di cui esistono esemplari presso la biblioteca del Liceo Musicale di Bologna, alla Statale di Berlino, al Museo storico musicale Schmidl di Trieste. LORENZONI ANTONIO -He was flutist of great worth. He published a “essay to play the transverse flute very well” with some general news and profits for whatever instrument, and other general news about the history of the music (Vicenza, for Francis Modena, 1779, in 4° small, of 90 pages with tables and examples); an interesting method of flute, of which exist exemplary near the library at the High Musical school in Bologna, at the National one of Berlin, at the Museum historical musical Schmidl in Trieste.